Frequently Asked Questions (FAQ)

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Che cosa si intende per Corso di Studio?

Sotto il termine Corso di Studio si intende raggruppare tutti i tipi di corsi a livello universitario. Quindi le lauree (3 anni) e le lauree magistrali (2 anni, successive alla laurea), ma anche i master di primo o secondo livello e i corsi di dottorato. Talvolta, più corsi di studio sono governati da un unico Consiglio, che viene quindi chiamato CCS (Consiglio dei Corsi di Studio). In particolare il corso di laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche e la laurea magistrale in scienze Chimiche sono governate dal CCS in Chimica, mentre la laurea magistrale in Chimica Industriale è governata da un CCS indipendente in Chimica Industriale. 

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Cosa sono le attività formative?

Le attività formative sono tutte le attività didattiche che concorrono a formare il pacchetto totale di crediti che lo studente deve acquisire per conseguire il titolo (180 per la laurea e 120 per le due lauree magistrali). Quasi tutte le attività formative sono organizzate in insegnamenti (talvolta chiamati corsi), che prevedono lezioni in aula e, spesso, esercitazioni in laboratorio. Ci sono poi alcune attività non riconducibili a insegnamenti, in particolare: il tirocinio della laurea triennale, la tesi di laurea magistrale e l'attività seminariale, oltre alle prove finali. 

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Cosa sono i crediti (CFU)?

Crediti Formativi Universitari (CFU, o anche semplicemente crediti) misurano il lavoro necessario allo studente "medio" per portare a compimento le varie attività formative e superare le relative prove di valutazione (prove intermedie, esame finale....). Ad un credito corrispondono circa 25 ore di lavoro di apprendimento (ore di lezione, di esercitazione, di laboratorio, ... e di studio).

Ogni attività formativa viene misurata in crediti; nel caso degli insegnamenti dei nostri corsi di studio, 1 CFU corrisponde ad 8 ore di lezione in aula o a 13 ore di laboratorio. Quindi, per esempio, un insegnamento teorico-pratico di 8 CFU (di cui 5 teorici e 3 pratici) prevederà 40 ore di lezione in aula e 39 ore di laboratorio. Si stima inoltre che lo studente medio, per passare l'esame, debba impiegare ulteriori 121 ore di studio individuale. Nel caso del tirocinio e della tesi magistrale 1 CFU = 25 ore di lavoro. Quindi il tirocinio (8 CFU) corrisponde a 200 ore di lavoro, mentre la tesi di laurea (38 CFU) a 950 ore di lavoro pratico. 

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Cosa sono le classi?

Prima della riforma stabilita dal D.M.509 nel 1999, il numero di corsi di laurea, il loro nome e, in parte, i piani di studio erano fissati per legge, uguali per tutte le università. Ad esempio, era prevista una sola Laurea in Chimica ed una sola Laurea in Chimica Industriale con lo stesso ordinamento per tutta Italia. Ora, invece, la legge definisce solo un certo numero di classi e, per ciascuna di esse, dei vincoli relativi ai crediti minimi in alcune discipline. A parte questi vincoli e a un doveroso controllo ministeriale attraverso il Consiglio Universitario Nazionale (C.U.N.), per il resto ogni università è libera di stabilire il titolo e l'ordinamento di un corso di studio da lei attivato. Ai fini del valore legale dei titoli di studio fa però fede la classe. In altre parole lauree con denominazioni differenti, ma afferenti alla stessa classe sono legalmente equivalenti ai fini dell'ammissione ad un ordine o di un concorso pubblico etc. 

Le classi sono state inizialmente fissate dal D.M. 509/1999, ma poi ritoccate con una successiva riforma attuata nel 2004 (D.M. 270/2004). Il corso di laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche appartiene alla classe L-27 (Scienze e Tecnologie Chimiche). Il corso di laurea magistrale in Scienze Chimiche appartiene alla classe LM-54 (Scienze Chimiche). Infine il corso di laurea magistrale in Chimica Industriale appartiene alla classe LM-71 (Scienze e Tecnologie della Chimica Industriale). 

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Cos'è l'ordine dei chimici?

Il Decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 2001 prevede che l'albo professionale dell'ordine dei chimici abbia due sezioni: sezione A (per cui è richiesta la Laurea specialistica/Magistrale o una vecchia laurea quinquennale) e sezione B (per cui è sufficiente la Laurea triennale). Tra le lauree che permettono l'accesso all'ordine ci sono anche la laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche, la laurea magistrale in Scienze Chimiche e la laurea magistrale in Chimica Industriale.

Per potersi iscrivere all'ordine dei chimici è però necessario sostenere un esame di stato. Per avere ulteriori informazioni andare all'apposita pagina

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Quali sono i requisiti di ammissione?

Per potersi iscrivere al Corso di Laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche occorre essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore (o di altro titolo conseguito all'estero riconosciuto idoneo). Al di là di questo non è facile dire quale tipo di scuola prepari meglio ad affrontare gli studi in chimica e quali siano le conoscenze necessarie per poter frequentare con profitto e portare a termine gli studi nei tempi previsti. In realtà i corsi di chimica partono da zero e le conoscenze pregresse dai corsi di matematica dovrebbero essere fornite da qualsiasi scuola superiore. Qualora risultassero lacune, è previsto un tutorato nei primi mesi per aiutare gli studenti a superarle. Quindi, per esempio, la preparazione fornita da un liceo classico è più che sufficiente, anche se si è fatta meno matematica.

Più che questa o quella conoscenza, servono le attitudini che sono richieste per tutti gli studi scientifico-tecnologici: buone capacità di comprensione e di comunicazione (e questo include una buona padronanza della lingua italiana); capacità di ragionare, analizzare, approfondire; capacità di comprendere ed utilizzare strumenti matematici, ma anche capacità costruttive, inventive e realizzative. Inoltre è molto importante impegnarsi nello studio, con metodo e costanza e, se necessario, saper fare uno sforzo in più per colmare eventuali lacune.

Si ricorda infine che la laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche presuppone la conoscenza della lingua inglese, che è anche molto importante per qualunque futura occupazione. Anche se l'ordinamento prevede un corso di inglese al primo anno, esso da solo non potrà certo fare miracoli. Molto meglio sfruttare gli anni delle scuole superiori per arrivare ad una buona conoscenza dell'inglese.

Per i requisiti di accesso alle lauree magistrali si consiglia di consultare la voce "modalità di accesso" della laurea magistrale desiderata. 

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Cos'è il test di verifica delle conoscenze?

È previsto un test di verifica della preparazione iniziale degli studenti iscritti (o che intendono iscriversi) al primo anno del Corso di Laurea.     
Non si tratta di un test di ammissione in quanto l'eventuale non superamento del test non preclude la possibilità di iscriversi. Verranno organizzati dei corsi di recupero per chi non supera il test. Inoltre il superamento dell'esame di Istituzioni di Matematica, o anche di una prova parziale, salderà l'obbligo formativo aggiuntivo. Solo per chi fosse ancora gravato da OFA. alla fine settembre dell'anno successivo all'immatricolazione scatterebbe la restrizione di non poter inserire nel piano di studi corsi di anni successivi al primo.

Ulteriori informazioni sul test sono reperibili qui

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Qual è la differenza tra Scienze Chimiche e Chimica Industriale?

Il corso di laurea magistrale in Scienze Chimiche è rivolto a preparare figure professionali di elevato livello che operino in svariati laboratori di tipo chimico, con compiti quali la ricerca di nuove metodologie di sintesi di nuove sostanze o nuovi materiali, l’analisi di campioni di origine ambientale o industriale, lo studio strumentale o teorico di strutture chimiche, la comprensione dei fenomeni chimico-fisici etc. A tale scopo, la laurea magistrale tenderà ad approfondire la conoscenza delle materie chimiche di base quali la chimica inorganica, la chimica organica, la chimica analitica e la chimica fisica. Ci sono in particolare tre curricula, uno in campo inorganico/chimico-fisico, uno in campo analitico ed uno in campo organico.

Il corso di laurea magistrale in Chimica Industriale è invece più orientato a formare figure professionali di alto livello in grado di utilizzare le nozioni chimiche in vari tipi di tecnologie, quali ad esempio la produzione di manufatti polimerici, la realizzazione di processi chimici, i trattamenti di purificazione, il trattamento dei rifiuti, la produzione di energia, la bonifica di siti inquinati etc. Al contrario dell'altra LM, gli insegnamenti sono perciò quasi tutti nel campo della chimica industriale e degli impianti e processi chimici industriali. 

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Qual è la differenza tra Chimica e Tecnologie Chimiche e Ingegneria Chimica?

La differenza è notevole. Infatti la maggior parte degli insegnamenti di Ingegneria Chimica sono di tipo ingegneristico e la chimica viene studiata in modo limitato. Non vi sono, tra l'altro, esercitazioni di laboratorio chimico. A riprova di ciò, i laureati triennali in Ingegneria Chimica non hanno requisiti curriculari sufficienti per potersi iscrivere alle nostre lauree magistrali. Se quindi vi piace la Chimica, non vi sono dubbi che il corso di Chimica e Tecnologie Chimiche è la laurea triennale che offre la migliore possibilità di studiare la chimica in tutti i suoi aspetti, anche sperimentali. 

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Qual è la differenza tra Chimica e Tecnologie Chimiche e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche?

Innanzitutto il corso di laurea magistrale in Chimica e Tecnologia Farmceutiche (CTF) è a ciclo unico, ovvero è tra i pochi corsi di studio rimasti di 5 anni. Non è quindi possibile acquisire un titolo di studio intermedio dopo 3 anni. Poi, anche se i crediti dedicati a discipline chimiche sono senz'altro di più rispetto a Ingegneria Chimica, sono comunque decisamente meno, rispetto a quelli acquisibili in 5 anni attraverso la frequenza complessiva della laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche e di una delle due lauree magistrali in Scienze Chimiche o in Chimica Industriale. Infatti la laurea in CTF è più interdisciplinare e richiede l'acquisizione di molti CFU in ambito biomedico. Pertanto, se da un lato i laureati magistrali in CTF hanno una preparazione più diversificata in tutte le materie correlate all'industria farmaceutica, i laureati magistrali in Scienze Chimiche, con indirizzo di tipo organico, possono vantare (grazie anche al maggior numero di laboratori e ad una tesi sperimentale più lunga) una maggiore specializzazione e competenza in funzioni importanti nell'industria farmaceutica quali la sintesi di collezioni di nuove molecole, la messa a punto di sintesi di principi attivi, mentre i laureati nel curriculum di tipo analitico possono lavorare nel controllo qualità. Bisogna inoltre notare come chi si iscrive al primo anno della laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche abbia davanti a sé un notevole numero di opzioni, potendo, nel prosieguo degli studi, specializzarsi in una serie di differenti settori, mentre le prospettive del laureato in CTF sono più limitate, essendo il corso di studi orientato fortemente ai settori farmaceutico, alimentare e cosmetologico. 

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Dopo la laurea, si trova lavoro, e dove?

La richiesta di competenze chimiche nel mondo del lavoro è in crescita, mentre il numero di studenti che scelgono questa disciplina è ancora insufficiente. A differenza di quanto avveniva 20-30 anni fa, quando i chimici trovavano soprattutto impiego in poche grandi aziende del settore chimico, ora le possibilità sono molto più diversificate ed è sempre più frequente vedere nostri laureati impiegati in aziende apparentemente poco legate alla chimica, quali aziende metalmeccaniche, alimentari etc. Da non trascurare sono inoltre le possibilità, in crescita, nel campo della gestione dei rifiuti, dell'energia ed in genere del controllo ambientale. La chimica è infine una scienza "nuova", dove la ricerca riveste ancora un ruolo molto importante. Sono pertanto molti i laureati che vengono assunti in laboratori di ricerca pubblici e privati. Il Servizio Orientamento Laureati effettua già da molti anni un monitoraggio degli sbocchi dei nostri laureati ed i dati sono confortanti. Infatti, non solo quasi tutti trovano impiego dopo poco tempo, ma si tratta sempre di lavori per cui è richiesta una laurea in ambito chimico. Questi dati sono corroborati dalle statistiche condotte dall'organizzazione AlmaLaurea (vedi sezione "Profilo dei laureati").

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Dopo la laurea mi piacerebbe fare ricerca, cosa devo fare?

Dopo aver conseguito la Laurea Magistrale è possibile continuare gli studi seguendo il programma triennale di Dottorato di ricerca in Scienze e Tecnologie Chimiche o in Scienza e Tecnologia dei Materiali, entrambi attivi presso il DCCI. L'accesso al Dottorato avviene mediante un concorso che si tiene una volta all'anno. Il Dottorato apre la possibilità di svolgere attività di ricerca sia accademica di base che applicata nell'ambito industriale, in Italia e all'estero. Maggiori informazioni sul Dottorato sono disponibili nell'apposita sezione di questo sito.

E' inoltre possibile andare a svolgere un dottorato all'estero. I nostri laureati magistrali sono molto richiesti in Europa, grazie alla loro buona preparazione e perciò, negli anni recenti, un certo numero di essi è stato reclutato per un dottorato in importanti istituzioni accademiche in Germania, Svizzera, Inghilterra, etc.

Infine alcuni nostri laureati hanno svolto o stanno svolgendo un dottorato di ricerca presso l'Istituto Italiano di Tecnologia di Morego. 

Vale la pena di ricordare che, durante il dottorato, gli studenti ricevono una borsa di studio che, in Italia, è, al minimo, di circa 1050 euro/mese (all'estero di solito è di più). 

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A quali lauree magistrali dà accesso la laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche?

Con la laurea in Chimica e Tecnologie è possibile iscriversi, senza debiti, non solo alla LM in Scienze Chimiche ed a quella in Chimica Industriale, ma anche alla LM in Scienza e Ingegneria dei Materiali. Ciò riguarda solo i corsi di studio dell'Università di Genova; la laurea nella classe L-27 consente anche l'iscrizione a tantissime LM attivate in Italia. Inoltre la laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche ha ottenuto l'etichetta di "Chemistry Eurobachelor" che le consente di essere riconosciuta in tutta Europa per l'eventuale iscrizione ad una laurea magistrale (master).

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Di solito gli studenti si fermano alla laurea triennale o proseguono gli studi in una laurea magistrale?

Circa l'85% dei laureati triennali in Chimica e Tecnologie Chimiche prosegue gli studi conseguendo anche una laurea magistrale. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che, prima del 2003, i laureati erano quelli che avevano studiato 5 anni e quindi il mondo del lavoro continua a "percepire" come "vero laureato" quello che ha studiato 5 anni all'università. Inoltre anche chi accetta un lavoro dopo la laurea triennale, preferisce comunque continuare gli studi come studente lavoratore (in fondo si tratta di soli 2 anni!), specialmente se ha la possibilità di svolgere la tesi di laurea presso l'azienda in cui lavora, cosa in genere possibile. 

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Cos’è il tutorato ?

Durante il primo anno di corso, le matricole saranno seguite da due "studenti-tutor di accoglienza", ovvero studenti degli ultimi anni, scelti in base al merito, a cui potersi rivolgere per qualunque problema di tipo didattico o di ambientamento. Inoltre vi saranno dei tutor didattici (in genere dottorandi o studenti delle magistrali) che aiuteranno gli studenti nella frequenza dei corsi di matematica, chimica e fisica e nel superamento di eventuali lacune evidenziate nel test di ingresso (OFA). Infine ogni anno viene nominata una Commissione Tutorato formata da 4 docenti, che seguirà gli studenti dal primo anno fino alla laurea. Ad essa ci si potrà rivolgere per chiedere consiglio su qualunque argomento inerente al corso di laurea e per risolvere insieme eventuali problemi che dovessero insorgere. La Commissione Tutorato ha anche l'incarico di organizzare l'attività di tirocinio e di approvare la relazione relativa. 

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E’ vero che, a meno di essere dei geni, è praticamente impossibile riuscire a laurearsi negli anni previsti ?

Questo era abbastanza vero circa 20 anni fa, ma non è più cosi ora. A partire da una prima riforma degli ordinamenti avvenuta nel 1992 ed ancora di più in seguito alla riforma del 1999, è stato fatto un notevole sforzo, da parte dei docenti, per far sì che la durata reale coincidesse con la durata legale di 3 o 2 anni. Dagli ultimi dati statistici risulta che il 50% degli studenti che ha conseguito la laurea magistrale lo ha fatto rimanendo in corso in entrambi i percorsi, ossia completando gli studi nei 5 anni previsti. 

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E’ vero che solo uno studente su tre riesce ad arrivare alla laurea ?

Questo dato, che è relativo alla media nazionale per tutti i corsi di laurea, non trova riscontro nel corso di laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università di Genova. La percentuale di abbandoni è attualmente intorno al 40%. 

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Esistono in Università degli spazi dove gli studenti di Chimica possono fermarsi a studiare quando non sono a lezione ?

All'interno del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale esistono spazi attrezzati in maniera sufficiente a far si che gli studenti possano studiare in sede nelle ore libere da impegni didattici (ci sono tavoli e sedie per circa 100 studenti, senza contare la ex-biblioteca). In questi spazi, limitatamente all’intervallo tra le 13 e le 14, è possibile anche mangiare del cibo portato da casa, o concedersi alcuni momenti di svago. Si fa notare che tutte le lezioni e le esercitazioni si svolgono nello stesso edificio. Gli spazi studio sono anche coperti da una rete wi-fi gratuita per il collegamento ad internet.

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Il fatto che siano previsti così tanti laboratori, comporta il pagamento di contributi di laboratorio particolarmente gravosi ?

No, i contributi di laboratorio non sono più elevati che in altri corsi di laurea. In particolare sono identici a quelli degli altri corsi di laurea della Scuola di Scienze, Politecnica e Medico-Farmaceutica. Nonostante ciò la qualità dei laboratori didattici viene mantenuta elevata, grazie al fatto che le esercitazioni che necessitano di apparecchiature di particolare pregio vengono di solito effettuate sfruttando strumentazioni acquistate con fondi per la ricerca ed utilizzate normalmente per essa. Quindi i contributi versati dagli studenti coprono solo in parte i costi effettivi dei laboratori didattici. E’ opportuno inoltre notare che ogni anno viene stilata una relazione dettagliata su come sono stati spesi i contributi di laboratorio che viene controllata, tra l’altro, da un Commissione Paritetica di Scuola formata per il 50% da rappresentanti degli studenti. E’ da sempre un preciso impegno di tutti i docenti chimici di far sì che tali fondi siano spesi esclusivamente per scopi di tipo didattico. 

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Sono un convinto ambientalista. Se conseguo una laurea o laurea magistrale di tipo chimico potrò fare qualcosa per l’ambiente ?

Anche se l’opinione pubblica dipinge spesso i chimici come “inquinatori”, molti di essi svolgono compiti trettamente legati alla difesa dell’ambiente. Per esempio chi, se non un Chimico, può mettere a punto ed operare tecniche analitiche per l’analisi degli inquinanti presenti in varie matrici (acqua, aria, suolo)? Sono stati proprio dei Chimici a scoprire e studiare fenomeni di grande importanza ambientale quali il buco dell’ozono. Inoltre i Chimici Industriali sono spesso impegnati in opere di bonifica di siti inquinati o nella messa a punto di nuovi processi puliti. La Chimica cosiddetta "verde" è un importante settore di ricerca che riceve cospicui finanziamenti da parte della Comunità Europea. I chimici del DCCI svolgono molte ricerche in campo ambientale. In particolare partecipano da anni alle spedizioni in Antartide e il DCCI ospita la banca che contiene tutti i campioni ambientali prelevati durante le spedizioni italiane. 

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Che tipo di ricerche potrò svolgere durante la tesi magistrale?

Nella sezione "ricerca" puoi trovare le tematiche di ricerca attualmente attive e le pubblicazioni più recenti. A titolo di esempio puoi trovare i titoli di tesi recenti a questo link.

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A chi mi posso rivolgere per avere ulteriori informazioni?

La Commissione Orientamento in Ingresso del Corso di Studio in Chimica e Tecnologie Chimiche si occupa dell'orientamento in ingresso e gestisce il raccordo con le scuole superiori. È possibile rivolgersi ad un qualsiasi docente appartenente alla commissione per avere ulteriori informazioni via mail o telefono, o per fissare un incontro. In alternativa puoi consultare i coordinatori dei CCS in Chimica e Chimica Industriale.    
Trovate i nominativi aggiornati ed i recapiti alla sezione "a chi rivolgersi".

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Si può lavorare e studiare?

La frequenza alle lezioni non è obbligatoria, anche se è consigliata. Lo è invece naturalmente la frequenza ai laboratori. Dato che questi ultimi sono in genere organizzati su turni, è possibile in molti casi poter scegliere il giorno in cui effettuarli. E' comunque necessario poter disporre di un certo numero di pomeriggi liberi. E' praticamente impossibile, per chi lavora, riuscire a completare gli esami nei tre anni previsti. E' pertanto consigliabile iscriversi "part-time" mettendo, nel piano degli studi ogni anno, attività formative pari ad un numero di CFU ridotto (per esempio 30 anziché i canonici 60). E' probabilmente più facile lavorare e studiare durante la laurea magistrale, soprattutto se è possibile effettuare la tesi sperimentale nel posto di lavoro.

Se possibile, è meglio cercare di dare priorità allo studio, per lo meno durante la laurea triennale. Se si appartiene ad una famiglia a reddito limitato è possibile usufruire di borse di studio ed è anche possibile svolgere attività lavorative retribuite all'interno dell'Università per un massimo di 150 ore annue. Per ulteriori informazioni andare 

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Non mi sono mai iscritto all'università e ho un lavoro a tempo pieno: posso riuscire a prendere una laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche? 

Le difficoltà sono chiaramente maggiori rispetto ad uno studente che non lavora, ma i lavoratori studenti sono più anziani e molto più maturi: sanno sfruttare il tempo in modo ottimale e sono molto più motivati della maggior parte dei giovani di 19 anni. Ciò può compensare il minor tempo a disposizione.

La frequenza alle lezioni non è obbligatoria e, tramite il servizio aula web, è possibile scaricare in remoto il materiale didattico (diapositive delle lezioni, esercizi) nonché interagire con docenti e tutor (per chiedere spiegazioni o farsi correggere gli esercizi). Al primo anno di corso c'è un vero e proprio esercito di tutor didattici e tutor di accoglienza, che presteranno un occhio particolare ai lavoratori studenti. Basta chiedere. Inoltre è possibile prendere in prestito libri di testo nella Biblioteca.

L'unica frequenza obbligatoria è quella ai laboratori didattici. Si tratta di circa 16-18 pomeriggi al primo anno, circa 40 pomeriggi al secondo anno e circa 10 pomeriggi al terzo anno. Questo richiede un certo impegno, ma va detto che, a causa dell'alto numero di studenti, tutti i laboratori sono organizzati su turni e quindi il lavoratore studente può scegliere il turno che preferisce o, nel caso debba perdere un'esercitazione per un improvviso impegno di lavoro, può facilmente recuperare venendo nell'orario di un altro turno. Al terzo anno c'è anche un tirocinio pratico, ma in genere il lavoratore può svolgerlo presso la stessa azienda in cui lavora.

Dato che difficilmente il lavoratore studente potrà prendere la laurea in 3 anni, può iscriversi part-time, con un certo risparmio nel costo di iscrizione, diluendo così in 5 o 6 anni l'impegno legato alla frequenza obbligatoria ai laboratori.

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Posso farmi riconoscere conoscenze abilità professionali acquisite durante il mio lavoro?

Certamente si. Queste conoscenze (che vengono definite come "apprendimenti informali" dalla Comunità Europea e dalla legge 92 del 28/6/2012) possono essere riconosciute. Purtroppo la legge 240 limita tale riconoscimento a soli 12 CFU.

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Ho conseguito una laurea triennale e vorrei lavorare, ma al tempo stesso conseguire anche la laurea magistrale. Come posso fare?

Innanzitutto va detto che questa scelta è stata fatta in passato da alcuni nostri ex-studenti e che sono riusciti a farcela! Ora però c'è un'arma in più. Infatti, in seguito ad una recente delibera della Regione Liguria, sarà possibile per le aziende assumere un laureato triennale con un contratto di apprendistato mentre lo studente frequenta la laurea magistrale. La cosa importante è che, oltre alle varie agevolazioni che i contratti di apprendistato comportano, la Regione darà dei contributi alle aziende.

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Ultimo aggiornamento 6 Luglio 2023